La nostra strategia digital è dinamica e sempre alla ricerca di nuove idee in linea con l’evoluzione di settore. Ecco perché lo scorso fine settimana, dal 15 al 17 febbraio 2019, abbiamo partecipato alla terza (e ultima!) edizione di “Da Zero a SEO“.
L’evento, organizzato da Studio Samo e dedicato all’ottimizzazione per i motori di ricerca,ha visto la partecipazione di alcuni dei più importanti professionisti italiani della SEO.
È stata un’occasione di formazione, aggiornamento, riflessione e condivisione. In quest’articolo andrò ad analizzare quelli che dal mio punto di vista saranno i temi di cui sentiremo parlare per la SEO nel 2019.
Eccoci, ci siamo anche noi! ?
SEO per i motori di ricerca
Finora (un po’ per pigrizia), spesso “fare SEO” voleva dire “ottimizzare per Google”, come se al di fuori dell’azienda di Mountain View non ci fosse spazio per nessun altro.
Se andiamo a vedere le percentuali di uso dei motori di ricerca in Italia potremo essere portati a pensare che sia ancora così, ma ci sbagliamo.
Questa illusione non tiene conto di 2 aspetti: i portali di settore, che diventano sempre più dei veri e propri motori di ricerca tematici; e le specificità dei diversi mercati mondiali, Cina e Russia in primis.
Marketplace e portali di settore
Lo speech di apertura di Alessandro Sportelli di WMI ha evidenziato proprio come Amazon ha ormai sorpassato Google per l’intento di acquisto di beni online. Quando un consumatore deve acquistare online un prodotto, nel 49% dei casi inizia la sua esperienza direttamente su Amazon, contro il 36% di chi inizia da un motore di ricerca (Fonte: Survata 2017).
Il motivo è semplice: si tratta di brand ormai consolidati, che il pubblico riconosce come affidabili e quindi di riferimento. Invece di cercare un prodotto su Google, per finire poi su Amazon, si fa meno fatica a cercare direttamente su Amazon!
Un ruolo importante lo giocano anche le applicazioni mobili. Le App semplificano il processo di acquisto, disintermediando e stimolando la fidelizzazione.
Giulia Rognoni e Riccardo Gaffurri di Pro Web Consulting ci hanno accompagnati alla scoperta della SEO per Amazon, come aumentare il traffico verso i propri listing e aumentare le vendite online.
Allo stesso modo, chi cerca un hotel molto probabilmente penserà subito a Booking. Il caso studio presentato da Claudio Marchetti ha mostrato come trovando la propria nicchia di pubblico anche un piccolo albergo può ottenere successo e guadagni.
Spesso i piccoli albergatori sono intimoriti dai grandi aggregatori internazionali. Affidarsi a un’agenzia esperta e in grado di offrire i molteplici servizi necessari (ottimizzazione schede, realizzazione servizi fotografici, monitoraggio e gestione delle recensioni) è la chiave per affrontarli in tranquillità.
Oltre ad Amazon e Booking esistono anche altri portali specialistici, importanti da conoscere se ci si rivolge a specifiche nicchie di mercato. Chi si occupa di ristorazione da asporto difficilmente potrà ignorare Just Eat e TripAdvisor (a proposito, qui vi spieghiamo come gestire al meglio le recensioni negative).
Altri esempi sono Immobiliare.it per la vendita di case e spazi commerciali ed Etsy per la vendita online di artigianato. L’importante è conoscere le abitudini del proprio pubblico e della nicchia di mercato di riferimento.
SEO internazionale
Un’altra variabile da tenere in considerazione è il mercato di riferimento. Finché lavoriamo in Italia “Ricerca Web” corrisponde a Google.
Ma basta affacciarsi ad altri paesi dell’Unione Europea per vedere che le cose cambiano. Ad esempio, in Repubblica Ceca il 13% circa del traffico dei motori di ricerca è preso da Seznam. Se allarghiamo lo sguardo a livello globale, le carte cambiano ancora, come illustrato da Emanuele Arosio di Triboo.
La Cina ha un mercato particolarmente vivace, in cui Baidu prende la fetta più grande di mercato (71,4%), seguito da Shenma (15,36% su tutti i dispositivi, 20,97% da mobile). Sogou (4,6%) e Haosou (3,79%) sono gli altri 2 motori locali, con quote percentuali minori ma valori assoluti rilevanti. (fonte: Statcounter – dati di gennaio 2019).
Anche in Russia il motore di ricerca principale è local. Yandex prende il 53% del traffico totale, ma in questo caso al secondo posto troviamo Google con il 42%.
Molto spesso diamo per scontato che tutti facciano affidamento a Google e ai suoi strumenti, ma non in tutti i paesi funziona così. Questo è da tenere a mente anche quando lavoriamo in ottica di local SEO, ottimizzando le schede Google MyBusiness.
Infatti spesso la disponibilità di questi servizi e strumenti è vincolato ad accordi e sanzioni internazionali a cui sono soggetti determinati paesi. Luca Bove ha illustrato diversi casi particolari e curiosi che si è trovato a gestire nell’ultimo anno.
Ricerca vocale e intelligenza artificiale
L’altro filo rosso che ha attraversato diversi interventi è quello legato ai nuovi dispositivi vocali (come Alexa e Google Assistant) e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale.
Nei prossimi anni sentiremo sempre più parlare di PASO e AEO, ovvero Personal Assistant Search Optimization (ottimizzazione per gli assistenti personali) e Answer Engine Optimization (ottimizzazione per i motori di risposta).
La percentuale di utenti che effettua ricerche vocali cresce di anno in anno, e il trend non sembra destinato ad arrestarsi.
Negli Stati Uniti il 58% delle ricerche su Google avviene da mobile, e di questi il 20% circa risponde a comandi vocali (fonte: Hitwise). Già nel 2014 Google ci diceva che il 55% dei teenager usa la ricerca vocale più di una volta al giorno.
Capiamo quindi che le ricerche vocali rappresentano una quota sempre più importante del traffico di ricerca. Si tratta inoltre di traffico altamente qualificato, perché molto spesso è prossimo all’azione (e all’acquisto).
Dati Strutturati
Per capire quali sono i contenuti che meglio rispondono alla ricerca dell’utente i motori fanno largo affidamento ai dati strutturati. Il concetto di web semantico non è una novità, ma negli ultimi tempi sta ricevendo sempre più rilevanza.
HTML è di per sé un linguaggio di marcatura in cui ciascun tag ha un significato specifico. Questo però viene notevolmente potenziato dall’uso di vocabolari condivisi come schema.org e i microformati.
Si possono così fornire ricette, commenti, recensioni per un totale di 589 tipi di entità e 860 attributi diversi. I dati strutturati sono necessari ai dispositivi che si basano sul Google Knowldege Graph e che utilizzano sistemi di deep learning.
Andrea Volpini di WordLift ci ha accompagnati alla scoperta di questo mondo e di come è possibile sfruttare queste tecnologie per migliorare il proprio posizionamento.
Rank 0: 1 su 1000 ce la fa
Le ricerche vocali (da smartphone o speaker domestici) hanno caratteristiche particolari che rendendo ancora più competitivo il posizionamento.
Il dispositivo vocale infatti riproduce solo il primo risultato, selezionando quello più rilevante e che meglio risponde all’intenzione di ricerca dell’utente, tralasciando tutti gli altri.
Capiamo bene che questa è una bella differenza rispetto alle SERP a cui siamo abituati, in cui anche un risultato in 5 posizione può ricevere traffico!
Nel 40,7% dei casi i risultati delle ricerche vocali provengono direttamente dai rank 0 o snippet in primo piano. Questi sono delle informazioni estratte automaticamente da Google per rispondere alle ricerche degli utenti, e compaiono prima dei risultati di ricerca veri e propri.
L’uso corretto dei dati strutturati aiuta Google a comprendere i nostri contenuti e di conseguenza a sceglierci come risultato 0.
Il sito web serve ancora?
Alla luce di questi cambiamenti e novità si potrebbe pensare che ormai i siti web siano superati. Ci si chiede se vale ancora la pena di investire tempo e denaro nella creazione e nel mantenimento del proprio sito web aziendale.
Nonostante l’aumento delle transazioni attraverso i portali specialistici, il sito aziendale rimane uno strumento insostituibile per il branding. Chi è già cliente è più facile che cerchi direttamente il brand con cui si è trovato bene. Il sito inoltre funziona da punto di convergenza di tutta la strategia digitale.
È però fondamentale che il sito sia ottimizzato, sia per quanto riguarda la parte tecnica che per i contenuti. Quindi sì ai dati strutturati e sì al SEO copywriting. Durante la tre giorni Da Zero a S3O Jacopo Matteuzzi ha sottolineato l’importanza del ruolo del copywriter in diversi interventi.
Le componenti di una strategia digitale di successo sono tante e devono lavorare insieme e nella stessa direzione.
Contatta il nostro team per creare la tua!